Il promontorio di Capo Caccia (168 m s.l.m.) rappresenta il lembo più meridionale della piattaforma carbonatica della Nurra, è un complesso calcareo emerso dal mare circa 70M di anni fa durante il Cretaceo superiore. La sua attuale configurazione è il risultato di un modellamento in seguito a vistosi fenomeni carsici che si manifestano sia con forme in superficie che con forme ipogee (grotte e grotte marine).
Il carsismo è un fenomeno erosivo in cui l’acqua piovana, che contiene disciolta l’anidride carbonica, altera chimicamente i rilievi calcarei e ne erode numerose porzioni, fino a creare un paesaggio ricco di forme particolari. La reazione chimica è accelerata dal calore e, di conseguenza, i climi più favorevoli al processo carsico sono quelli temperati.
L’acqua che si infiltra nella roccia esercita la sua azione mediante processi sia di corrosione chimica, sia di erosione meccanica.
Perché il processo progredisca nello spazio e nel tempo, occorre che la roccia sia fratturata, in modo che le acque piovane penetrino in profondità. Queste, una volta penetrate, circolano nel sottosuolo seguendo le fessure delle rocce, che contribuiscono ad allargare, e lentamente a formare grotte ipogee, quale è la Grotta di Nettuno.
All’interno delle grotte, l’anidride carbonica (CO2) disciolta nelle acque può liberarsi, perciò, il bicarbonato (HCO3) disciolto nelle acque si trasforma in carbonato di calcio (CaCO3) che precipita in una forma detta alabastro, e origina così le stalattiti, le stalagmiti e le colonne.
Le stalattiti sono esili forme coniche o cilindriche, che pendono dalla volta della grotta, di lunghezza variabile da pochi centimetri a diversi metri; le stalattiti, per accrezione progressiva, aumentano di lunghezza e di diametro, la velocità di accrescimento stimata è di 1 cm3 in 100 anni.
Le stalagmiti sono forme mammellonari, a cupole sovrapposte, che si sviluppano sul pavimento della grotta là dove cade la goccia che si stacca dal soffitto. In questo caso è l’urto a terra a provocare la precipitazione del carbonato di calcio. La velocità di formazione è ancora più lenta delle stalattiti: 1 cm3 in 200/300 anni.
Le colonne si formano per prolungamento verso il basso delle stalattiti e crescita verso l’alto delle stalagmiti, fino a congiungersi; hanno diametro variabile e sono rastremate al centro.